Scegliere un abito da sposa made in Italy, è garanzia di molti vantaggi che spesso neppure immaginiamo. Oggi, grazie a una simpatica avventura potremo scoprirli insieme e non farne mai più a meno.
Credo che non esista modo migliore di trasmetterti l’importanza ed il pregio di avere un abito da sposa made in Italy, se non portandoti con me in quella che è stata una piacevole e allo stesso tempo istruttiva avventura. In questo articolo vedremo insieme quelli che sono gli “errori” (se così vogliamo definirli), che spesso posso indurre in inganno durante la scelta del abito. Alcuni di questi, purtroppo, vengono a galla solo al momento della prima prova (se non più tardi). Quindi drizza bene le antenne e attiva il radar! Partiamo alla ricerca del tuo abito da sposa.
É il mio abito ma…
Quel pomeriggio iniziammo la ricerca del abito. Un piccolo atelier, in un piccolo paese alle porte della grande città. L’ambiente era un po’ scomposto..molti abiti da sposa, un po’ accatastati e nessuna domanda. Infila uno, togli l’altro, provane ancora uno..”Beh questo è bello, è il mio abito, mi piace e mi sta bene”…però non brillava..né l’abito né la futura sposa. Usciti dal negozio dopo pochi passi, qualche ripensamento..”torniamo indietro, magari non lo trovo più”. Suona il primo campanello! Se è un abito da sposa made in Italy, l’azienda non avrà nessun problema a rifarlo per te, è il suo lavoro.
Quale abito da sposa provo?
Stesso pomeriggio, diversa location molto più popolata e caotica. Incrociamo (ma il termine corretto è assaliamo) una commessa chiedendole se è possibile provare un abito da sposa. Veniamo condotte in una stanza molto scura, una piccolissima finestra lascia entrare uno scorcio li luce che illumina abiti datati e impolverati. La futura sposa con un misto d’ esitazione e imbarazzo mi chiede: ” Cosa provo?” le rispondo: “NIENTE”. É assolutamente inaccettabile proporre alla sposa una così bassa qualità. É il tuo giorno e devi essere radiosa, diffida da chi antepone il suo guadagno alla tua felicità.
Non puoi modificare niente
É mercoledì, primo pomeriggio. Entriamo in uno show room molto curato, con un salottino d’attesa e dei cataloghi da sfogliare. É il nostro turno, una ragazzina (massimo 20 anni) ci fa accomodare, giusto un paio di domande alla futura sposa: taglia, modello principessa o sirena, budget.Tutti i modelli provati sforano (e non di poco) il budget indicato..ma nonostante questo, un modello colpisce la futura sposa che chiede qualche informazione in più.
L’ abito è un capo made in Italy, realizzato su misura…e se fa oggi l’ordine ha uno sconto del 20%.
L’offerta è molto invitante se non fosse che qualcosa non torna. La futura sposa chiede di poter fare un po’ di modifiche, niente di trascendentale: allungare gonna e strascico, aggiungere le spalline e..ma se dovessi mettere qualche chilo? La risposata è ferma e agghiacciante: “mi dispiace, all’abito non puoi modificare niente, neppure allargarlo”. Ennesimo campanello. Se è un abito fatto su misura (quindi sulle tue misure) perché non dovresti poter aggiungere o modificare qualcosa? La risposta è molto semplice, perché il tuo abito sarà quello che hai appena provato e che prima di te é stato indossato da chissà quante altre future spose.
Se non lo trovo mi accontento del primo che ho visto
E già con questa frase partivamo male. Quel pomeriggio la futura sposa era carica di speranze ma aveva anche tanta paura, paura di doversi accontentare. Arriviamo in questa piazza, un po’ di fatica a trovare il negozio che in realtà era sotto i nostri occhi. Entriamo, uno showroom bellissimo. In quel negozio regnava ordine, pulizia ma soprattutto passione. Veniamo accolte e la futura sposa è seguita personalmente dalla titolare che dopo una lunga lista di domande apre la prova dicendole: “io non sono qui per venderti l’abito ma sono qui per trovarti l’abito”. La prova inizia e alla futura sposa viene data la massima privacy. Le sue accompagnatrici la vedono solo quando è vestita ed è bellissima. Ogni abito la rende più splendente e radiosa. Poi, durante una prova bella, ricca di energia e di emozioni positive, la ragazza prova ancora un abito. Continua a guardarlo e nonostante si sforzi…”Cosa stai cercando?”chiede la madre alla futura sposa. Ma lei resta in silenzio. La titolare la guarda ed esclama “Sta cercando i difetti ma non riesce a trovarli”. La futura sposa la guarda, scoppia a piangere e si abbandona a un sorriso: “Si, è il mio abito“. Quando c’è amore, quando c’è passione per il proprio lavoro e quando la missione è la felicità della sposa lo sentirai. La nostra futura sposa ha avuto il suo abito su misura ( e questa volta con le sue misure), ha potuto allungare lo strascico, aggiungere balze alla gonna e fare qualche ritocco al corpino. Alla domanda “ma se ingrasso cosa succede?” questa volta l’è stato risposto che essendo un abito su misura e made in Italy la casa produttrice non avrebbe avuto nessun problema ad intervenire.
Ti ho raccontato questa piccola avventura, con la speranza di farti capire, che il termine accontentarsi, non esiste.